Oulx - Bardonecchia. Due incontri sabato 7 maggio 2016
Ictus, prevenire si può e si deve
Sabato 7 maggio, si è tenuta a Bardonecchia e Oulx la giornata per la
prevenzione dell’ictus, organizzata dall’associazione Alice Piemonte. Nella
Perla sono stati circa 80 i pazienti che si sono sottoposti' a screening per
valutare gli effettivi fattori di rischio, noti o menomai paziente; a Oulx in
173 si sono sottoposti ai controlli. Quest’anno sono state effettuate anche le
visite per il glaucoma. L’ictus si può prevenire e si può anche curare; a volte
bastano alcune accortezze e correzioni del proprio stile di vita, per non incorrere
in questa patologia. Soddisfatti gli organizzatori che, con questa opera di
volontariato, credono e hanno testato l’importanza della prevenzione, ma non è
ancora abbastanza! Gli esami medici di routine per riscontrare l’effettivo
rischio di una persona di incorrere nell’ictus non sono invasivi, quindi vale
la pena controllarsi e informarsi, a qualunque età!
M.T.V.
L’ictus non è una fatalità ma si può prevedere considerando i fattori di rischio.
In conclusione della giornata, abbiamo incontrato il Dottor Dario Giobbe, presidente del- l’associazione e primario del reparto di neurologia delle Molinette, che ci fa un resoconto della situazione e ci parla di prevenzione: “Sono primario della neurologia d'urgenza (Neurologia 3. n.d.r.) delle Molinette quindi della neurologia che si occupa del pronto soccorso. Ho costantemente un neurologo, un mio aiuto, in pronto soccorso dalle otto del mattino alle otto di sera tutti i giorni dal primo di gennaio al 31 dicembre. Il mio reparto é una specie di porta per i pazienti che hanno una patologia neurologica acuta e la più frequente di queste è l'ictus. Quindi noi vediamo una parte consistente degli ictus che si verificano in regione e molte volte anche gli ictus più complicati. Ma al di là di quello che faccio io, noi abbiamo un problema in Piemonte ed in generale in Italia, di un’incidenza di ictus più alta che non negli altri paesi dell'Europa e questo dipende da due fattori, uno che la popolazione italiana e quella piemontese in particolare è vecchia, e per l'ictus l'età è un fattore di rischio, la seconda cosa e che non c'è un abitudine a fare prevenzione, perché il piemontese pensa che l'ictus sia una cosa contro cui è inutile lottare, per cui prima che si verifichi l'ictus il ragionamento è che l'ictus è una malattia orribile, meglio non pensarci . Poi una volta che si manifesta si dice non c'è più niente da fare. Quindi non facendo niente né prima né dopo l'incidenza è più alta che nel resto d'Italia e in Italia e più alta che nel resto d’Europa. In Piemonte ci sono circa 350 casi di ictus ogni 100.000 abitanti all'anno mentre in Svizzera ce ne sono 100 quindi noi ne abbiamo il triplo”.
Cos’è L’ictus? “L'ictus è una malattia multifattoriale in cui fattori diciamo non correggibili come l'età o la predisposizione costituzionale interagiscono invece con fattori ambientali correggibili, il più frequente e correggibile è la pressione alta. Noi abbiamo fatto tanti screening come quello di oggi, sono infatti iniziati 16 anni fa. Di quelli che partecipavano allo screening e rispondevano al questionario soltanto la metà che aveva la pressione alta sapeva dì averla idem per il colesterolo alto, inoltre tra quelli che sapevano di essere ipertesi o che avevano il colesterolo alto, a controllare bene il fattore di rischio erano rispettivamente il 20% ed il 30%, quindi le possibilità di miglioramento sono molto alte”:
Perciò cosà avete fatto? “Abbiamo cominciato nel 2006 a fare uno studio che si chiama “Provas”, protezione vascolare in Valsusa. Lo studio consiste nel fatto di aver individuato quattro comuni: Almese, Caselette, Villar Dora e Rubiana dove c'erano soggetti ad alto rischio compresi nella fascia di età tra i 55 e di 84 anni”.
Come si fa questa operazione? “C'è un questionario da fare che tiene conto del sesso, dell'età della persona, dei valori di pressione di questa persona, se è diabetico, se fuma, se ha delle malattie di cuore e se il soggetto è già trattato per queste situazioni. Attraverso questi semplicissimi parametri è possibile determinare un punteggio-somma. Per ogni parametro c'è un punteggio, si sommano i vari punteggi e poi c'è una tabella di conversione che lo traduce in una probabilità di ictus nei prossimi 10 ami, se questa supera il 20% questo soggetto è ad alto rischio”.
Si procede per fasi? “Sì, nella prima fase con l'aiuto dei medici di medicina generale si individua tutta la popolazione ad alto rischio poi si effettua uno screening periodico dei fattori dì rischio in questi soggetti, all'inizio lo facevamo una volta ogni sei mesi adesso lo facciamo una volta all’anno. Tutti i risultati dello screening vengono passati ai rispettivi medici di base che cercano di controllare i fattori di rischio risultati alterati. Serve la collaborazione di tutti in questa fase. Semplice perché altrimenti il meccanismo non funziona”.
Sapete come muovervi? “Noi abbiamo già l'esperienza del primo quinquennio del “Provas” in bassa Valle di Susa dove il numero di casi di ictus che si sono verificati nei quattro commi è significativamente più basso dell'atteso questo vuol dire che il semplice controllo di fattori di rischio banali come la pressione alta, la glicemia alta, il colesterolo alto o il peso troppo elevato eccetera, determinano una riduzione. dell'incidenza della malattia significativa in linea con quanto successo in Francia e in Svizzera dove hanno cominciato a fare prevenzione negli anni 60 ed è successo che l'incidenza è diminuita del 3% all’anno”.
Come vengono sensibilizzate le persone? “A volte succede che per imitazione si controlla se stessi perché magari un parente o un amico ha avuto un problema e allora verifichiamo la stessa cosà su di noi. Quindi L'effetto della prevenzione non si manifesta da un momento all'altro ma è il frutto del convincimento delle persone che imitano il comportamento degli altri. L'ictus non è una fatalità ma si può prevedere considerando i fattori di rischio”.
Fare gli screening è complicato? “Gli screening non richiedono esami complicati o costosi ma semplicemente che la persona abbia voglia di farli e poi una volta che si è trovato che una persona ha la pressione alta non basta pensare di aver preso la pastiglia e basta, bisogna vedere se la pastiglia ha corretto la pressione. Noi diamo sempre delle indicazioni sul genere di vita da tenere, come ad esempio fare attività fisica, fare attenzione a quello che si mangia, perché se il fattore di rischio non è tanto sballato si può, senza farmaci, tenerlo sotto controllo”.
VITO ALOISIO